La colonna di Galeazzo Da Roma

La colonna tra i numeri 170 e 171 di Corso Palladio
La colonna tra i numeri 170 e 171 di Corso Palladio

Chi passando davanti alla libreria Traverso tra i numeri 170 e 171 di Corso Palladio non si è mai chiesto cosa fosse quella colonna con la misteriosa scritta :

 

" QUESTO E' IL LUOGO DOVE ERA LA CASA DEL SCELERATISSIMO GALEAZZO DA ROMA , IL QUAL CUM ISEPPO ALMERCIO ET ALTRI SUI COMPLICI COMMISSERO ATROCISSIMI HOMICIDII IN QUESTA CITA' . DELLO ANNO MDXLVIII DI III DI LUGLIO . "

 

Dunque quali furono questi atrocissimi omicidi ? Il giorno 3 Luglio 1548 a mezzogiorno , Galeazzo Da Roma e Iseppo Almerico con alcuni complici irrompono nella casa dei Valmarana che si trovava in Contrà San Faustino e massacrano i tre fratelli Tomaso , Nicolò e Alberto Valmarana , oltre a due servitori che avevano cercato di difenderli .

Poi si dirigono in casa Monza e uccidono anche Giovambattista , un dottore in legge , a colpi di moschetto e coltellate . Dopo il massacro la banda , composta da una decina di persone , fugge dalla città a cavallo seminando il panico .

Mentre Iseppo Almerico scapperà a Firenze dove verrà catturato e giustiziato per delitti laggiù commessi , Galeazzo Da Roma invece , dopo una breve sosta a Castel Bolognese si rifugerà a Corfù , lontano dalla giustizia veneziana dove fonderà una famiglia che nel tempo diverrà pure nobile !

Non è chiaro il motivo di tanta ferocia ed efferatezza degli omicidi compiuti ma sembra che alla base di tutto vi sia un rifiuto da parte di uno dei fratelli Valmarana di sposare una donna forse imparentata con i Da Roma .

Purtroppo i documenti relativi ai processi per questi delitti sono andati perduti e non rimangono che poche e scarne tracce dell'accaduto .

Interessante comunque notare come Vicenza non fosse proprio un luogo sicuro in quei tempi turbolenti dato che delitti e misfatti erano piuttosto diffusi in città .

Da notare l'orario scelto per l'assalto in casa : mezzogiorno . L'orario non è casuale , i criminali sapevano che a mezzogiorno le porte delle case dei nobili erano aperte in segno di asilo ai poveri che potevano presentarsi all'uscio e ricevere da mangiare e da bere . Da quel giorno tale tradizione fu abbandonata .