Forte Luserna-Werk Lusern

La storia

Forte Luserna dopo i bombardamenti del maggio 1915
Forte Luserna dopo i bombardamenti del maggio 1915

Forte Luserna o forte Campo sorge su un'altura a 1549 metri e domina la piana di Vezzena e buona parte dei territori orientali dell'intero altipiano.

Nel 1904 l'Imperiale Regio Ministero della Guerra acquistò l'ampio terreno che per la sua posizione consentiva la costruzione di un'opera fortificata strategicamente importante per la difesa del confine.

Il 31 gennaio 1905 viene rilasciata l'autorizzazione alla costruzione e, sotto la direzione del capitano del genio Lacom, il 15 luglio 1908 iniziò l'edificazione.

Considerata una delle fortificazioni tecnicamente più avanzate  per l'epoca, era composta da un'opera principale che, assieme al Verle, doveva salvaguardare il confine e l'accesso alla Val D'Assa e da due avamposti: il Viaz, con cupola corazzata, a quota 1507 metri che controllava Malga Campo e Val Torra e Oberwiesen, una batteria corazzata con postazione fissa  per il combattimento di fanteria a quota 1517 metri con vista sulla Val D'Astico. Le tre opere erano collegate tra loro con gallerie lunghe diverse centinaia di metri e camminamenti controllati da posti di guardia.  

All'inizio della guerra, già dal maggio 1915, il forte fu sottoposto a intensi bombardamenti da parte dei forti italiani Verena e Campolongo e dalle batterie di Porta Manazzo, foresta del Civello e del Posellaro. L'intento italiano era quello di mettere fuori uso il Luserna per sfondare  il fronte sulla piana di Vezzena e dilagare alle spalle delle altre fortezze austriache (Belvedere e Verle).

Tra il 24 e il 28 maggio del 1915 caddero sul forte non meno di 500 proiettili di vari calibro che resero la vita impossibile ai militari della guarnigione. Perfino i fili telefonici, posti a 2 metri sotto il terreno, furono divelti isolando isolando completamente la struttura. Il rumore impediva agli uomini di riposare, i gas delle esplosioni non consentivano di respirare e non era possibile reagire agli attacchi per la minore gittata dei pezzi austriaci e per la differenza di quota, dato che i forti italiani erano di media 400 metri più alti del Luserna. I danni alle corazze erano notevoli e il pericolo di esplosione dei depositi di munizioni e di carburante erano concreti.

In queste condizioni il comandante Emanuel Nebesar decise lo sgombero del forte e la resa. Il tenente Singer e gli allievi ufficiali Deutschmann e Wolfrom si opposero a tale decisione ma le bandiere bianche furono issate sul tetto.

Il Belvedere e il Verle, avvistate le bandiere, aprirono il fuoco con proiettili a shrapnels per impedire l'eventuale avanzata delle fanterie italiane e un volontario, il soldato Jochler, salì sul tetto e strappò le bandiere. Il Luserna era salvo e gli ufficiali che si erano opposti alla resa presero il comando iniziando subito a riparare i danni che erano, in realtà, molto meno gravi di quanto apparivano.

Il 30 maggio la traditoren batterie con i cannoni da 8 cm era nuovamente in funzione, le postazioni di mitragliatrice di nuovo operative e il 9 giugno anche gli obici in cupola corazzata erano in funzione. Secondo i rapporti tra il 24 maggio 1915 e il 20 maggio 1916 sul Luserna caddero 200 proiettili da 305, 8.100 da 280 e oltre 16.000 colpi da 149.

Nel 1916, dopo l'offensiva di primavera, la fortezza si trovava nelle retrovie vista l'avanzata degli imperiali, rimanendo fino alla fine della guerra una base di supporto.

Il comandante Nebesar fu processato ma non subì condanne dato che il processo non si concluse perché la guerra era ormai finita e persa.

Dopo il conflitto il forte divenne proprietà demaniale fino al 1927 e fu poi acquistato dal comune di Luserna che lo cedette all'Impresa Mondini di Trento che iniziò a demolirlo per recuperare il prezioso acciaio delle strutture corazzate, visto che l'Italia era sottoposta da un severo embargo da parte della Società delle Nazioni a causa dell'aggressione all'Etiopia.

Le demolizioni interessarono l'intero terzo piano e gli alloggiamenti degli obici, oltre agli avamposti corazzati, distruggendo così buona parte del manufatto.

Oggi una parziale opera di recupero e restauro ci consente di ammirare la possenza di questa grandiosa opera militare.

Forte Luserna oggi
Forte Luserna oggi

Avamposto Oberwiesen

Come tutto il complesso del forte, anche l'avamposto Oberwiesen (batteria con postazione per il combattimento di fanteria sotto corazzatura fissa) era costruito in calcestruzzo con strutture corazzate inteliate nella roccia.

Armato di una mitragliatrice montata in cupola osservatorio girevole e con armi da tiro rapido in due casematte metalliche, Oberwiesen aveva principalmente la funzione di osservazione e controllo della Val d'Astico ed era indispensabile punto per la comunicazione ottica con l'osservatorio di Monte Rust ed i forti Belvedere e Cherle. Nella fortezza di Campo Luserna Oberwiesen costituiva un elemento autonomo disponendo anche di un proprio comandante.

Come era fatto il forte

Ricostruzione in 3d di Forte Luserna
Ricostruzione in 3d di Forte Luserna

Il forte aveva 3 piani emergenti e aveva una volumetria di 200.000 metri cubi (pensate che il Verle era di 51.000 metri cubi e il Belvedere 100.000) e poteva ospitare una guarnigione di 301 uomini.

Era dotato di una centrale elettrica autonoma  con un gruppo elettrogeno a benzina, un deposito per il carburante ed era dotato di un sistema a pompa che permetteva di portare 1200 l/h di acqua potabile prelevati dalla sorgente di Cima Campo.

Nel forte funzionava un impianto di ventilazione a corrente elettrica e un sistema di ventilazione manuale. Le comunicazioni con le altre fortificazioni avvenivano attraverso linee telefoniche esterne che avevano la centrale al comando di Monterovere oltre a linee dirette con il Verle e l'osservatorio di Cima Vezzena. C'era anche un telefono apposito per l'artiglieria. Il corpo principale del forte era collegato con gli avamposti tramite linee dirette interrate e potevano mettersi in contatto con la centrale ottica di Monte Rust, Belvedere, Cherle e con i forti di Vezzena tramite i segnalatori ottici.

Per la costruzione furono impegnate alcune centinaia di uomini fino al 20 ottobre 1912. L'opera costò 2.259.649 corone, più o meno qualche decina di milioni di euro attuali.

Armamento e guarnigione

La pianta di Forte Luserna con gli armamenti
La pianta di Forte Luserna con gli armamenti

Forte Luserna era armato con 4 obici da torre da 10 cm M09 in cupola corazzata girevole dello spessore di 25 cm, 2 cannoni da casamatta a trio rapido da 6 cm M10 nella controscarpa di gola per la difesa ravvicinata e 12 mitragliatrici M07/12.

A differenza degli obici e dei cannoni tutti dislocati a Cima Campo nell'opera principale, le mitragliatrici furono ripartite nel seguente modo: 11 a difesa del blocco casematte, 6 nell'avamposto Oberwiesen e 2 nell'avamposto Viaz. C'erano anche 14 riflettori da 21-35 cm: 6 nel forte, 3 nell'avamposto Oberwiesen e 2 nel Viaz, mentre altri 3 servivano per illuminare i fossati.

La guarnigione ordinaria d'istanza nel forte era la seguente: 1 comandante, 4 ufficiali e allievi ufficiali, 198 artiglieri, 82 Landschutzen (1° Reggimento), 1 ufficiale medico, 12 telefonisti, 6 trincerieri, 6 servitori e 2 attendenti,in tutto 312 uomini.

Era anche prevista una riserva di sicurezza così composta: 44 Lanschutzen, 27 uomini del reparto luce, 1 capotecnico (civile), 2 Lansturm, 3 trincerieri, 6 telefonisti, 2 telegrafisti e 1 addetto sanità, 255 uomini in tutto.,

Tenete presente che i trincerieri equivalevano al nostro genio zappatori, che i telefonisti si occupavano di tutto il sistema telefonico e non solo degli apparecchi e che il reparto luce aveva in carico l'intero impianto elettrico della fortezza.