Villa Valmarana ( Ai Nani )

Villa Valmarana detta " Ai Nani "
Villa Valmarana detta " Ai Nani "

Nel 1700 , Giovanni Maria Bertolo , grande giurista nato a Vicenza ma sempre vissuto a Venezia dove svolgeva la professione di " consultor in jure " , aveva eretto sul colle di San Bastian , in posizione panoramica , un " palazzino alla moderna " con giardini , barchesse e foresteria .

Il primo abbozzo di quella che sarà la villa Valmarana lo si trova riportato anche nella famosa mappa delle fortificazioni di Vicenza redatta nel 1701 da Francesco Muttoni con la supervisione di Ortensio Zago . Nella mappa si vede la villa con le annesse barchesse proprio di fronte alla chiesa quattrocentesca di San Sebastiano , poi distrutta in seguito alle soppressioni napoleoniche . Nella stessa mappa si può notare il muro di recinzione uguale al perimetro di quello esistente oggi , mentre mancano ancora le scuderie . La palazzina padronale era in costruzione già dal 1665 dato che il complesso avrebbe dovuto risultare abitabile nel 1669-1670 . In un documento del gennaio 1671 il Bertolo chiedeva licenza di poter demolire una piccola parte del sagrato della chiesa di San Sebastiano per raddrizzare la strada e poter uscire agevolmente dal cortile con la carrozza .

Nel 1830 la villa fu oggetto di interventi piuttosto pesanti sulle facciate , con l'allargamento delle finestre del secondo piano e l'aggiunta di ringhiere su mensole a rosoni . Oltre a queste furono aggiunte le balaustre sulle finestre rivolte alla strada oltre alle terrazze . Gli interni furono oggetto dei rifacimenti dei pavimenti in quasi tutta la villa . La foresteria sembra essere esente da interventi rilevanti dato che la posizione e la fattura degli ingressi sono nelle medesime originali condizioni . Non è possibile tutta via controllare con esattezza i particolari di tale costruzione , dato che la mappa del 1701 è scomparsa dagli archivi del comune .

Altra lacuna documentale non permette di stabilire l'esatta attribuzione della progettazione della villa . L'ipotesi del Muttoni ( Antonio ) è stata ampiamente scartata , mentre invece prende maggior corpo il fatto che il Bertolo si sia rivolto a qualche architetto veneziano come il Sardi , già autore dell'altare maggiore di Santa Caterina , patrocinato appunto dal Bertolo .

Alla morte del Bertolo , avvenuta a Venezia il 6 novembre 1707 , la proprietà della villa passa al monastero padovano di Ognissanti , dove la figlia Giulia era monaca . Dal monastero , con lunga trattativa iniziata nel 1715 , la villa viene acquistata da Giustino Valmarana nel settembre del 1720 . La proprietà è molto degradata e oppressa da alcune pendenze immobiliari lasciate dal Bertolo , ma il Valmarana provvede alla sistemazione di tutto e sotto la direzione di Francesco Muttoni nel 1736 la villa ritorna agli antichi fasti .

In questo stesso periodo viene edificata la scuderia , opera certa del Muttoni , e più tardi verranno accecati gli archi dei portici ( 1757 ) . In questo stesso periodo il Valmarana affida a Giambattista e Giandomenico Tiepolo la realizzazione degli affreschi della villa e della foresteria nella primavera del 1757 completati il 20 giugno dello stesso anno , proprio nel giorno della morte di Giustino Valmarana . Gli affreschi del primo piano della palazzina sono da attribuire a Giambattista Tiepolo con la partecipazione del figlio Giandomenico , mentre per la foresteria la mano di Giandomenico è predominante .

Il 26 maggio del 1944 , durante un bombardamento , alcuni spezzoni incendiari distrussero il soffitto della stanza dell'Eneide e danneggiarono gravemente le pareti delle stanze dell' Iliade e della Gerusalemme Liberata . Immediatamente gli affreschi superstiti furono staccati dalle pareti della villa e messi al sicuro fino alla fine della guerra , quando furono rimessi a dimora e restaurati nel 1962 . Il ciclo tiepolesco è una delle migliori realizzazioni dei due artisti ed è meritatamente celebratissima nel mondo .

Anche i giardini della villa sono sempre stati oggetto della cura e dell'attenzione dei proprietari , ma la vera svolta la troviamo sotto la direzione di Elena Garzadori Valmarana che nel 1785 si dedicò alla sistemazione delle statue nei giardini e al posizionamento sul muro di cinta , delle curiose effigi dei nani , da cui la villa prende il nomignolo . Incerta l'attribuzione delle statue ( Antonio Bonazza ? , Giambattista Bendazzoli ? , Francesco Uliaco ? )  anche se alcune di queste ( la vecchia , il magistrato ) sembrerebbero autografe di Giacomo Cassetti . Anche le statue di Prometeo e di Andromaca sarebbero del Cassetti , mentre le teste sulle chiavi di volta degli archi della foresteria sarebbero da attribuire ad artisti non vicentini . Le statue sui frontoni della palazzina ( la Gloria Alata , Mercurio e la Fortuna , Bellerofonte su Pegaso uccide la Fortuna , Venere e Apollo ) sono invece attribuite quasi certamente a Giacomo Cassetti , commissionate dal Valmarana già nel 1720 , subito dopo l'acquisto della proprietà . L'Ercole nel giardino a nord è invece da attribuire ad epoca cinquecentesca , senza particolari qualità artistiche .