Dai Paleoveneti a Roma

Acquedotto romano di Vicenza
Acquedotto romano di Vicenza

La storia di Vicenza come nucleo abitato risale alla cultura paleoveneta,legata alla antica città di Este.
Intorno al 1.000 a.C. un piccolo insediamento urbano si stabilì su bassi rilievi alluvionali ai cui piedi scorreva il Retrone,che poco più a nord si incontrava con il tumultuoso Astico.
Questo,scendendo per l'alveo occupato più tardi dall'Astichello,stagnava sotto il cumulo dei suoi stessi detriti formando una bassa e vasta area lacustre chiamata Lacus Pusterlae. Ne rimane traccia nel toponimo Laghetto,località a nord ovest della città,dove era locata l'antica depressione.
La presenza dei paleoveneti è testimoniata dal ritrovamento di circa 200 manufatti durante uno scavo effettuato tra il 1959 ed il 1960 in pieno centro storico sotto un edificio posto all'angolo tra Corso Palladio e Stradella San Giacomo.Quindi nel cuore della città e nel punto più alto e sicuro.
Gli oggetti ritrovati sono reperti molto interessanti ( lamine bronzee con motivi geometrici e figure umane) sia per il loro eccezionale stato di conservazione sia per la tecnica di realizzazione usata, con lavorazioni compiute a sbalzo e cesello o a stampo. Gli oggetti erano raccolti in una specie di santuario e la loro datazione va dal V° secolo a.C. alla fine del I° secolo a.C. , quando ormai la civiltà atestina era in piena decadenza e ad essa si sostituiva l'imminente potenza di Roma.
Questa,alla metà del II° secolo a.C. decise di collegare Genova all'avamposto di Aquileia,a est,passando con la via Postumia per Piacenza,Cremona,Verona,per arrivare alla pianura friulana attraversando Vicenza.
L'origine del nome non è chiara e si perde nella notte dei tempi,ma appare per la prima volta in una iscrizione latina risalente al 135 a.C. , " VEICETINOS" ad indicare appunto gli abitanti della terra tra i fiumi Retrone ed Astico,ed in seguito il toponimo VICETIA e poi VICENZA .
La Vicenza romana comunque,esiste fin dalla prima metà del II° secolo a.C. Una città modesta e piccola, una URBICULA , divenuta sempre più ricca e prospera,in particolar modo dopo l'ottenimento del diritto latino nell'89 a.C. e nel 49 a.C. eretta a MUNICIPIUM.
Al momento della sua massima fioritura Vicenza occupava la sommità dei rilievi alluvionali che nel frattempo,mediante grandi spostamenti di terreno,erano stati spianati con il riempimento degli avvallamenti in modo da formare una sorta di pianoro a circa 3,5 m sotto l'attuale livello stradale.
I confini della città erano ovviamente molto più ridotti rispetto ad oggi e si attestavano all'incirca dove sorge Porta Castello ad ovest,Contrà Porti e Apolloni e Contrà Pedemuro San Biagio a nordo,Contrà Canove Vecchie a est e Contrà San Paolo e Pescaria a Sud.
Secondo la tradizione romana il perimetro cittadino doveva avere una forma tendenzialmente quadrata ed era circonadat da mura, come dimostrano le tracce trovate sul retro di alcuni edifici in Contrà Canove Vecchie e Contrà Mure di Porta Castello.
L'antica porta romana era leggermente arretrata rispetto all'attuale Porta Castello,ma durante il periodo dell'imperatore Augusto,pacificato per secoli l'impero,le porte e le mura assumevano più che altro una funzione di identificazione del perimetro urbano più che una funzione militare difensiva della città.Infatti in questo periodo vi sono numero prove dell'espansione della città ben al di fuori della cinta cittadina.
Nella città il DECUMANUS MAXIMUS ,che taglia Vicenza da sud-ovest a nord-est,ricalca il percorso della antica via Postumia che nel tratto cittadino è il rettilineo di Corso Andrea Palladio. Vi sono invece dubbi sul percorso del CARDUS MAXIMUS , che inizialmente veniva fatto coincidere con Contrà Pescaria,Contrà del Monte e Contrà Porti.Tale allocazione pone seri dubbi sulla viabilità cittadina,dato che il percorso porterebbe il viandante nelle antiche paludi di LACUS PUSTERLAE.Diviene quindi più logico pensare che tale importante nodo viario fosse in realtà posto più a ovest dove ora c'è l'incrocio con Corso Fogazzaro e via Cesare Battisti.Il reticolo viario romano si sviluppa,come da tradizione,in un reticolo di strade che si incontrano ad angolo più o meno retto,formando precise INSULAE edilizie.
Vi sono numerose conferme a riguardo dato che non mancano i reperti visibili o ricoperti dopo essere stati studiati in loco. I reperti trovati sono raccolti presso il Museo Archeologico e Naturalistico di Santa Corona . Vi sono raccolte numerose lapidi funerarie e dedicatorie ed imponenti porzioni di pavimenti a mosaico policromi. Sul lato a sud della imponente piazza del Duomo vi è l'accesso al criptoportico romano.
Si trattava di una cospicua DOMUS romana del I° secolo a.C. in cui il criptoportico ,simile ai più famosi criptoportici di Pompei,allietava la vita degli abitanti della Domus. Il portico si sviluppa a "U" con una copertura a volta illuminata dall'alto.Si apriva sui sottostanti pendii che digradavano fino al Retrone e vi sono prove del suo uso continuativo per quasi tutta l'età imperiale.
Nella zona di Contrà Pescherie Vecchie erano le terme ed alcuni ritrovamenti hanno permesso di localizzare esattamente l'ubicazione dell'antico foro là dove ora sorge palazzo Trissino Baston.Il palazzo,progettato dallo Scamozzi,ospita oggi la sede del Comune,ma nei suoi sotterranei sono visibili parti della pavimentazione del Foro.
In località Lobbia,a 3 chilometri a nord lungo la statale per Thiene,sono visibili 23 pilastri e 5 arcate dell'antico acquedotto romano.Dai SORTUMI di Villaraspa,cui confluivano le acque delle risorgive di Caldogno,l'acquedotto,con un percorso di 6 chilometri,raggiungeva la città fino ad un serbatoio che doveva trovarsi nella zona di Contrà Pedemuro San Biagio.
Tracce di strade romane,lastricate con i caratteristici bosoli in pitra dura di Monselice,si trovano di fianco alla chiesa di San Lorenzo e ne sotterranei della sacrestia del Duomo e dei palazzi Gualdo. Prove certe dell'esistenza di due ponti molto simili tra loro e risalenti già al I° secolo d.C. si hanno da copiosa documentazione storica. I ponti vennero demoliti e sostituiti nel tardo 800,ma fortunatamente il Palladio li descrive e li riproduce,nei capitoli XII° e XV° dei suoi Quattro Libri dell'Architettura,pubblicati a Venezia nel 1580. Uno dei due ponti valicava l'Astico,assicurando la continuazione della via Postumia verso Aquileia, e si trovava all'incirca dove ora è situato il più recente Ponte degli Angeli,anche se la direzione ha subito una correzione verso la provincia trevigiana. Il secondo ponte superava il Retrone nel punto ove oggi sorge Ponte San Paolo. La direzione era quella del quartiere detto Berga e di lì,per due percorsi diversi,si andava verso il basso vicentino o verso Lonigo.
Nel quartiere Berga vi era l'omonimo grandioso teatro:fu eretto alla fine del I° secolo e poi riformato e abbellito durante il regno dell'imperatore Claudio ( 41-45 d.C.) . Gli elementi decorativi e scultorei rinvenuti appartengono a quell'epoca e sono opera di maestranze locali. Se si percorrono Contrà Santi Apostoli,Piazzetta San Giacomo,Contrà Porton del Luzo e Piazzetta Gualdi,si segue esattamente il perimetro esterno circolare della cavea del teatro.
Nelle arcate del teatro si sono annidate nel tempo numerose e diverse abitazioni che hanno quasi del tutto cancellato le facciate esterne dell'antico manufatto.
Solo nei cortili dei palazzi Gualdo si possono vedere cospicui avanzi dei nicchione della scena. Il monumento fu oggetto costante di studio e di interesse così come dimostrano le ricerche del Palladio che nel 1450-60 ne studiò l'impianto e l'architettura con la collaborazione di Daniele Barbaro. Nell'800 anche Giovanni Miglioranza dedicò numerosi studi al teatro e recenti campagne di scavo hanno rivelato l'esistenza,alle spalle della scena,di un vastissimo quadriportico rettangolare ( PORTICUS POST SCAENAM ) a disposizione del pubblico,che si protraeva fino a toccare la riva del Retrone.
Sembra che vi fosse anche una strada parallela a quella che conduce a Ponte San Paolo che avrebbe superato il Retrone a Ponte San Michele.
L'impianto urbanistico romano ha dato un'impronta indelebile alla città ed in particolare al suo centro storico.