Vicenza rinascimentale e palladiana

La torre civica di Vicenza
La torre civica di Vicenza

Nel 1404 la " dedizione " di Vicenza alla Serenissima da il via ad una nuova e consistente opera di fortificazione delle mura cittadine , iniziando la dove gli scaligeri avevano terminato . La principale preoccupazione di Venezia era infatti quella di dotare le città di terraferma di opportune difese e Vicenza si trovava ad essere particolarmente bisognosa di interventi in tal senso . Nel luglio del 1407 il doge Michele Steno da licenza alla città di provvedere a far cingere di mura il borgo di Berga e il Porton del Luzo ampliando così la già preesistente cinta altomedievale che terminava a Santa Caterina e portando il limite cittadino fino a Porta Monte sboccando in quello che oggi si chiama Piazzale Fraccon .

Del resto la zona già era fortificata fin dal XIII° secolo con l'antica Porta Lupia che guardava alla via di Lonigo e del Basso Vicentino e che era vicino al fiume Retrone . Le opere veneziane si raccordano alle precedenti mura duecentesche all'altezza di Ponte Furo dove si ergeva un antico torrione sulla riva destra del Retrone e costeggiava per breve tratto il fiume fino a saldarsi con Porta Lupia e proseguendo poi sulla " salita di Santa Libera " per raggiungere porta Monte . Tali opere furono segnate da una certa lentezza nella loro realizzazione dato che nel giugno del 1417 il doge Mocenigo , successore del doge Steno , impose pesanti tributi al clero locale per la costruzione delle imponenti mura .

Da porta Monte i bastioni proseguono verso nord seguendo per un tratto il corso del Bacchiglione fino a raggiungere il retro dei conventi di San Tomaso e di Santa Chiara lasciando libera la piarda oggi chiamata Piarda Fanton , raggiungendo nuovamente il fiume all'altezza del Ponte delle Barche dirimpetto al punto d'arrivo delle trecentesche mura di Borgo San Pietro .

Viene rimessa in sesto anche Porta Pusterla che era stata rovinata dall'assalto di Francesco da Carrara nell'aprile del 1404 e ne 1444 viene sistemato anche il vicino ponte . Tra la Porta di Santa Lucia e quella di Santa Croce era cresciuto , sguarnito , il borgo . Divenne quindi essenziale provvedere alla sua difesa con un fossato scavato appositamente partendo da Porta Santa Lucia e passando attraverso i beni dei monasteri dell' Araceli e di San Bartolomeo fino ad incrociare la strada che proveniva da Ponte Pusterla : in questo punto fu eretta nel 1435 la Porta di San Bartolomeo con il ponte e la torre , oggi ancora ben visibile e ben restaurato . Da quì i veneziani procedettero con un solido muro fino a Porta Santa Croce , ma i lavori proseguirono a rilento , tanta che nel 1476 alcuni documenti ne sollecitano ancora il completamento . Alla fine , bene o male , l'opera verrà eseguita fino in fondo dando a Vicenza quel disegno a " scorpione " che rimarrà tale per secoli , fino alle espansioni del secondo ottocento .

La protezione di Venezia e la tranquillità dei secoli a venire non tardano ad avere effetti sul benessere e sui commerci delle potenti famiglie vicentine , molto legate alla proprietà terriera e con radici anticamente nobili . Verso la fine del 1440 le attività edilizie private iniziano una certa effervescenza , e prendono ispirazione dal gotico fiorito veneziano quale modello per la realizzazione dei palazzi cittadini , portando anche a Vicenza l'inconfondibile impronta di una capitale raffinata e ai vertici della sua potenza economica . C'è da dire che , grazie alla larghezza di mezzi impiegati ed alla lungimiranza della committenza , nonostante l'spirazione delle architetture sia visibilmente improntata al modello lagunare , i risultati sul campo sono a dir poco originali ed eleganti , tanto da non trovare riscontro alcuno negli altri centri di terraferma sudditi della Serenissima .

Tra il 1440 ed il 1460 vediamo nascere lungo le contrade , che hanno mantenuto l'antico impianto viario romano , palazzi ornati da monofore e balconi , trifore e polifore , eleganti e grandiose . E non a caso la maggior parte di queste realizzazioni gotiche si stendono vicino e lungo il Retrone e nelle strade adiacenti il ponte di San Paolo e quello quattrocentesco di San Michele , nelle odierne contrade Piancoli , Cabianca , Gazzolle , Pigafetta , Santi Apostoli e Paolo Lyoi con ben 12 costruzioni di questo tipo . Proprio la vicinanza dell'antica area portuale vicentina dove più si concentravano , per ovvie ragioni , gli scambi con Venezia nel quartiere detto delle Barche portò allo sviluppo dei primi insediamenti realizzati con le forme proprie della città lagunare .

Si va quindi dalla curiosa fabbrica dell'ospedale di San Valentino , a casa Scroffa ( 1488 ) in contrà Piancoli , a Palazzo Squarzi in Contrà Santi Apostoli o a Palazzo Volpe Cabianca in Contrà Cabianca , ai sontuosi palazzi Garzadori in Contrà Paolo Lyoi e Arnaldi in Contrà Pasini . Risalendo poi verso il centro storico non possiamo mancare di nominare le principesche residenze dei Porto , per lo più concentrate lungo Contrà Porti , dei Sesso a Santo Stefano , dei Braschi e dei Franceschini lungo Corso Palladio passata quest'ultima ai Dal Toso prima e ai da Schio poi e nota con il nome di Cà d'Oro per i suoi capitelli dorati ed oggi andati perduti . Secondo la tradizione costruttiva veneziana i cortili interni erano a logge ed accoglievano la scala principale che era  quasi sempre esterna . L'unico esempio in questo senso è rimasto palazzo Sesso dato che negli altri le scale sono state sostituite da sontuose e più comode scalinate interne . Molto spesso le facciate che davano sulla via principale  erano ravvivate dagli affreschi oggi purtroppo quasi interamente perduti , di cui sopravvivono sparuti esempi come su Palazo Regaù . Su tutto troneggia il Palazzo della Ragione sistemato per volontà pubblica ricostruendo ed unificando i vetusti palazzi comunali tra le piazze delle Erbe , delle Biade e dei Signori intorno al 1450 circa con la torre civica che svetta con i suoi 82 metri .

Come ben noto i costruttori rimangono avvolti nell'anonimato ma altrettanto non si può dire di pittori e scultori : troviamo infatti Nicolò da Venezia ed il figlio Antonino autori della pala in pietra dell'Incoronata ( 1448 ) nella cattedrale , Giovanni Grandi attivo a palazzo Da Porto Breganze , il figlio Lorenzo e i nipoti Vincenzo e Gian Matteo e il modesto Nicolò da Cornedo molto attivo fuori dalla città . Più modesta la presenza dei pittori , scomparso nel 1438 Battista da Vicenza ma preceduto da autori lagunari di tutto rispetto come Paolo Veneziano con il suo polittico nella chiesa di San Lorenzo del 1333 o Lorenzo Veneziano per la cattedrale nel 1356 . Poi nella metà del Quattrocento troviamo Giorgio da Treviso e i suoi allievi Giampietro da Valdagno e i fratelli Taddeo e Battista Ascoli , Giacomo da Camisano , Gianfranco Somaio .

Non mancano esempi di edificazioni religiose che pur modeste daranno risultati artistici di impatto come ad esempio l'Oratorio dei Boccalotti a San Pietro , eretto nel 1414 con uno splendido soffitto a cassettoni e con formelle fittili sul portale , le stesse che decoreranno nel 1427 le arcate del portico del chiostro delle Benedettine . Il 25 agosto del 1428 si gettano le fondamenta della chiesa dedicata alla Madonna a Monte Berico , e nel 1429 inizia la costruzione del chiostro dove avranno sede i frati Servi di Maria . Alla metà del secolo sia la chiesa che il complesso conventuale giungeranno a compimento .

Dal 1447 cominceranno i lunghi a complessi lavori che porteranno all'ammodernamento della chiesa e del convento dei Canonici Lateranensi e della chiesa di San Bartolomeo . Tra la fine del Quattrocento ed i primi decenni del Cinquecento San Bartolomeo assume le prime forme rinascimentali con la chiesa ad un unica navata con ai lati le preziose cappelle le cui arcate erano decorate con rilievi eccezionali attribuiti a Giacomo da Porlezza . I dipinti ci testimoniano l'apice della scuola pittorica vicentina del Rinascimento : il grande Bartolomeo Montagna si accompagna a comprimari di prim'ordine come il Buonconsiglio , lo Speranza , il Fogolino , il Verla e Cima da Conegliano . All'interno vi erano arche trecentesche , un Sant'Antonio Abate , la tomba di Nicoletto Vernia del 1497 e realizzata da Angelo da Verona , una Adorazione dei Pastori di Orazio Marinali e gli intarsi del coro di Pier Antonio Dell'Abate , mentre il chiostro ha la paternità di nientemeno che Lorenzo da Bologna . Dopo la soppressione dei Lateranensi nel 1772 si concentrano a San Bartolomeo tutti gli ospedali cittadini e nel 1838 il Malacarne procede all'adattamento ad Ospedale Civile della struttura disperdendo tutti i capolavori contenuti nell'originario convento . Molti dipinti sono alla Piancoteca Civica mentre altri manufatti trovano rifugio nelle chiese dei Carmini e nella Basilica di Monte Berico .

Nel 1451 viene fondata la chiesa di Santa Chiara in Borgo Berga , adiacente al monastero delle Clarisse completata nel 1470-1477 , subito dopo arriva il rifacimento del chiostro e la Duecentesca chiesa di San Tommaso con il suo monastero . Alla fine del Quattrocento sono le strutture più antiche della chiesa e del convento di San Domenico dove era il monastero delle Domenicane nella omonima contrà di borgo San Pietro .