Forte Tombion

La sentinella del Canal di Brenta

La pianta della Tagliata Tombion
La pianta della Tagliata Tombion

La storia

Chi percorre la strada della Valsugana che da Bassano porta a Trento , subito dopo l'abitato di Cismon , procedendo verso nord non potrà non notare una anomala costruzione con le caratteristiche di una fortezza . Questi sono i resti della Tagliata Tombion , opera fortificata italiana che avrebbe dovuto difendere ed impedire il transito dei nemici nel caso di una guerra con l'Austria-Ungheria . Della struttura originale rimane ben poco a causa del progressivo allargamento della carreggiata stradale che ne ha reso necessaria la demolizione tra gli ani 70 e 80 e a causa dell'incuria che ha contribuito al progressivo danneggiamento delle strutture superstiti .

In genere tutte le cosiddette " tagliate " più che come fortezze erano concepite per impedire o rallentare quanto più possibile transiti di truppe nemiche su strade che erano normalmente usate anche dal traffico civile in tempo di pace . La Tagliata Tombion era infatti un posto di confine . Diveniva quindi indispensabile poter disporre di efficaci sistemi per bloccare il transito in modo da rallentare l'avanzata nemica dando così il tempo all'esercito di reagire adeguatamente da posizioni difensive migliori .

Fin dal medioevo questo tratto dell'importante via di comunicazione era particolarmente attrezzato per intercettare eventuali invasioni nemiche e numerose sono le testimonianze storiche in questo senso , tuttavia la prima vera costruzione intesa come blocco stradale è stata iniziata nel 1884 ad opera del Genio del Regio Esercito ed il primo stralcio dell'opera fu completato l'anno successivo . Oltre alla fortezza vera e propria furono eseguiti importanti lavori di ampliamento della rete stradale circostante per scopi militari . Nel 1886 fu infine completata l'intera opera ; un vero e proprio record .

Per rendere ancora più efficace l'eventuale blocco del vitale passaggio furono predisposte anche delle mine sia sulla strada che sulle pareti circostanti con il preciso scopo di provocare frane e distruzioni stradali che avrebbero ulteriormente ritardato le avanzate nemiche .

Ma tra il 1908 e il 1910 furono completati anche i lavori per la costruzione della ferrovia internazionale Trento-Bassano e ciò rese necessario un rimaneggiamento della tagliata . La nuova strada ferrata infatti avrebbe vanificato il blocco stradale e fu quindi necessario rafforzare le difese e modificare le strategie per inibire il passaggio nemico .

Fu deciso di far passare la ferrovia in una galleria in parte artificiale ed in parte scavata nella roccia . Il tutto minato e attrezzato con robusti portoni in ferro che potevano essere chiusi all'occorrenza . Era anche stata predisposta una passerella collegata al forte sottostante che portava ad una apertura a metà della galleria e la galleria stessa era stata munita di feritoie . Questo perché , se vi fosse stata necessità , la si poteva usare come ulteriore difesa fortificata .

La strada rotabile attraversava la fortezza tra due muri di pietra alti 5 metri muniti di feritoie per i fucilieri che impedivano a chi transitava di vedere l'armamento e la fortezza stessa . Due robusti portoni , a nord e a sud , potevano essere chiusi e blindati mentre dei ponti retrattili a scomparsa in appositi alloggiamenti sotto le mura impedivano l'attraversamento dei fossati difensivi che erano sotto il tiro delle mitragliatrici e della fucileria . Interessante la soluzione del ponte retrattile a sud i cui meccanismi di chiusura erano posti all'esterno del muro di cinta . Questo perché , in caso di penetrazione nemica , non sarebbe stato possibile aprire il passaggio dall'interno . Altro interessante particolare era il pavimento della polveriera rivestito in legno e ad intercapedine per proteggere le cariche dall'umidità . Le lampade che illuminavano i locali polveriera erano chiuse in un vano con doppi vetri per evitare accidentali e pericolosi contatti con le polveri . Gli accessi alle polveriere dovevano avvenire indossando zoccoli di legno senza brocche metalliche per evitare scintille e si dovevano anche indossare particolari grembiuli . Un parafulmine era montato sul tetto per scaricare a terra i fulmini e proteggere la riserva .

L'armamento

Mitragliatrice Gardner Mod.1886
Mitragliatrice Gardner Mod.1886

L'armamento pesante del Tombion era piuttosto consistente ed era composto da ben 10 obici da 15 GRC/Ret ( le lettere indicavano il metallo con il quale era costruita l'arma , la caratteristica della bocca da fuoco e il modo di caricarla , quindi : G= ghisa , R= rigata , C= cerchiata e Ret= retrocarica ) 5 a nord e 5 a sud . I pezzi erano montati su affusti da difesa fissi . Altri 4 mortai da 15 AR/Ret ( A=Acciaio , R=Rigato , Ret=Retrocarica ) che potevano essere impiegati su entrambi i fronti dell'opera  e 2 pezzi da 9 ARC/Ret ( A=Acciaio , R=Rigato , C=Cerchiato , Ret=Retrocarica ) che erano utilizzati per battere i fossati con il tiro rapido . Questi ultimi furono sostituiti nel 1911 da mitragliatrici Gardner ben più efficaci nella difesa ravvicinata .Erano anche depositati all'interno della fortezza 10 affusti da assedio per cannone ed obice da 15 GRC/Ret che potevano essere utilizzati anche per cannoni da 120 G .Negli anni successivi però l'armamento fu progressivamente ridotto e ridimensionato con una dotazione di soli 4 cannoni da 75 A e 2 mortai da 149 .

La guarnigione

La guarnigione di Forte Tombion all'entrata in guerra nel Maggio del 1915 era composta da diverse compagnie di artiglieria da fortezza ed il comando del forte era affidato al Colonnello d'artiglieria Dino Guida Roberto . Il suo vice comandante era il Maggiore Antonio Dal Fabbro , ufficiale del genio che già aveva partecipato alla costruzione delle opere di Cima Campo , Cima Lan e Monte Lisser .

Le compagnie da fortezza erano composte da circa 300 uomini ma la difesa ravvicinata del forte era affidata a reparti della Milizia Territoriale e Presidiaria composta da personale poco preparato e male equipaggiato .

I reparti coinvolti nella difesa erano il V° Battaglione Presidiario ( su 3 compagnie : 7°,8° e 9° ) e dal VI° Gruppo del 9° Reggimento da Fortezza ( su 2 compagnie della Milizia Mobile : 14° e 16° ) e della 18° compagnia della Milizia Mobile del IV° Reggimento da Fortezza .