Chiesa di Santa Caterina

Facciata della chiesa di Santa Caterina
Facciata della chiesa di Santa Caterina

La chiesa di Santa Caterina si trova in contrà Santa Caterina (che un tempo si chiamava contrà Ognissanti) e fu edificata ne XVII° secolo su una precedente chiesa del Duecento.

Sulla stessa area sorgeva anche un monastero di monache benedettine che fu però completamente demolito. Nel 1810 venne trasferita in questa chiesa la parrocchia di San Silvestro e altri edifici sostituirono il monastero demolito.

Nel 1190 nella contrada che allora si chiamava del Colle in Borgo Berga si insediò una comunità di Umiliati che proprio in quel periodo papa Lucio III° scomunicò accomunandoli ai catari e ai patarini.

Nel 1210 la chiesa riammise l'ordine degli umiliati e la piccola comunità iniziò a prosperare. Nel 1215 costruirono il monastero di Ognissanti e nel 1292 costruirono la chiesa di Santa Caterina di Alessandria. Il vescovo Pietro di Saraceni posò la prima pietra ma gli Umiliati pretesero che fosse riconosciuta dalla diocesi la dipendenza dell'ordine non dal vescovo ma direttamente dalla Santa Sede. Il vescovo accettò ma pretese in cambio il pagamento di un tributo annuo di 2 libbre di cera e 1 di incenso ai canonici della cattedrale.

Anche se accanto alla chiesa fu edificato il monastero, nel 1320 rimase senza religiosi a causa di notevoli difficoltà economiche e, nel 1326, le monache benedettine di San Donato di Barbarano lo acquistarono insieme alla chiesa per trasferirsi in città.

Una curiosità: nel 1420 le monache di San Biagio Vecchio furono costrette ad unirsi alle benedettine dopo che il loro monastero fu chiuso a causa della indecente decadenza morale e religiosa in cui erano cadute.

Pianta angelica con indicato monastero di Ognissanti e Santa Caterina
Pianta angelica con indicato monastero di Ognissanti e Santa Caterina

Nel XVI° secolo il monastero era fiorente e ospitava una trentina di monache. Nel 1584 il cardinale Agostino Valier ispeziona il complesso religioso e ne descrive la chiesa come " piccola e tutta elegante", con il tetto e i pavimenti in laterizi e un solo altare.

Nel 1620 Santa Caterina viene ampliata con l'aggiunta di un secondo altare e, probabilmente, del coro ma fu poi quasi completamente ricostruita nel 1672 grazie ad una corposa donazione del giurista vicentino Giovanni Maria Bertolo che contribuì al restauro di altri edifici religiosi di Borgo Berga. E' abbastanza agevole pensare che per i progetti il nobile vicentino si sia avvalso dell'opera dell'architetto Antonio Pizzocaro, suo grande amico.

Con la caduta di Venezia il monastero fu occupato dalle truppe austriache nel 1798 quando il Veneto fu ceduto dai francesi all'Impero asburgico.

Il numero di suore, a quel tempo, era esiguo e quando nel 1806 i francesi occuparono Vicenza le monache furono trasferite nel convento di Corpus Domini. Nel 1810 il decreto napoleonico che sopprime gli ordini religiosi segna la definitiva chiusura del monastero che passa sotto il demanio. 

La chiesa di Santa Caterina diviene parrocchia con giurisdizione su Borgo Berga (fino ad allora appannaggio di San Silvestro) e gli ambienti del complesso monastico divengono una caserma fino all'inizio del XX° secolo. Nel 1928 fu addirittura sede della Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale, la milizia fascista.

Verso la fine del secolo scorso il chiostro fu totalmente demolito, se ne può vedere una piccola parte ancora in piedi sul lato sinistro della chiesa, e sull'area fu poi edificata la tutt'ora esistente scuola Maffei.

Recentemente, durante alcuni lavori di restauro, sotto l'antica sala capitolare dell'ex monastero, è stata scoperta una monumentale cripta risalente al 1326.

La struttura della chiesa

La semplice facciata di Santa Caterina
La semplice facciata di Santa Caterina

La struttura esterna della chiesa è semplice e lineare, la facciata attribuita ad Antonio Pizzocaro, molto simile alla facciata dell'Oratorio del Gonfalone.

Il campanile è armoniosamente inserito nel complesso e nelle proporzioni. L'interno è a navata unica e gli ambienti furono oggetto di un rimaneggiamento negli anni 30 del Novecento per ingrandire la chiesa aggiungendo due logge vicino al presbiterio.

Sul pavimento c'è la lastra tombale del giurista vicentino Giovanni Maria Bertolo che dispose per la sua sepoltura proprio nella chiesa che tanto aveva contribuito a restaurare. Sulla lastra è riportata la data del 1693, antecedente alla sua morte, e la lapide ricorda il suo immenso amore per i libri. 

L'altare maggiore è Seicentesco in marmo bianco e marmi policromi che rappresentano vari momenti della vita di Santa Caterina. Le statue che lo adornano sono dello scultore Orazio Marinali. Sul fastiglio vi è lo stemma gentilizio del Betolo con il leone a due code che rappresenta i due rami del diritti, quello civile e quello canonico, in cui era laureato.

La navata è interrotta da due altari minori sempre seicenteschi. La chiesa raccoglie numerose e pregiate tele di autori come Antonio Zanchi, Giulio Carpioni, Andrea Celesti, Giovanni Antonio Fumani e altri.